di Achille
Nobiloni
Questo pomeriggio una
persona con la quale mi stavo confrontando sul referendum costituzionale del 4 dicembre
mi ha garbatamente obiettato che secondo lei “il NO è l’unica ragionevole soluzione per tirare l’Italia fuori dal
pantano dell’immobilismo e portare avanti un serio progetto di riforma
costituzionale (e quindi della legge elettorale)”.
Francamente mi riesce
difficile immaginare che un “NO” possa essere una “soluzione”, addirittura “l’unica
ragionevole”, per “fare” qualcosa: d’istinto direi che un “NO” serve a “non
fare” e quindi a lasciare tutto com’è. Però, siccome siamo tutti
intellettualmente onesti e non vogliamo giocare a cogliere in castagna gli
interlocutori estrapolando singoli periodi da loro frasi più articolate, diamo
atto al nostro gentile amico che il significato di ciò che voleva dire era più
o meno: meglio bloccare e accantonare questa riforma per farne un’altra
migliore in un secondo momento.
E allora è di questo
che proviamo a parlare, tralasciando il fatto che alcuni (non pochissimi) di
quelli che ora dicono NO a questo referendum sono gli stessi che avevano detto
SI in Parlamento.
Bene! Molti, anzi
moltissimi, di coloro i quali votano NO (non parlo tanto dei politici quanto di
comuni cittadini i cui commenti si leggono tutti i giorni sui social), votano NO “per cacciare Renzi”.
La maggior parte di loro, però, è formata dagli stessi che,
dimostrando di non conoscere neanche quella vigente di Costituzione, dicono di
non volere un altro presidente del Consiglio "non eletto dal popolo".
Quindi cosa comporta la vittoria del NO al referendum del 4
dicembre?
Riandare alle urne? Ma non è che se ci si andasse con la nuova legge in vigore
(Italicum), anch’essa contestata da
più parti (più o meno dagli stessi sostenitori del NO) perché ritenuta incostituzionale
come la precedente (Porcellum),
allora si eleggerebbe un altro Parlamento anch’esso poi ritenuto illegittimo? Perché
(nonostante la stessa sentenza che ha dichiarato incostituzionale il Porcellum abbia invece dichiarato
legittimo l’attuale Parlamento con essa eletto) questo Parlamento dovrebbe essere
ritenuto illegittimo e il prossimo no? Se non sbaglio sono ben tre i ricorsi ammessi
e pendenti davanti alla Corte Costituzionale sull’Italicum! Sarebbero insomma elezioni gravemente a rischio e, come
dicevano i latini, errare è umano ma perseverare è diabolico.
Se invece si volesse prima cambiare la legge elettorale
cosa succederebbe? Renzi non si caccia più? Si accetta un altro premier
"non eletto dal popolo"? Oppure la nuova legge elettorale la fanno
quelli che molti sostenitori del NO ritengono un "Parlamento
illegittimo" e un "premier non eletto dal popolo"?
Insomma è facile scrivere sui social: "io voto NO",
“per me è NO”, senza pensare al dopo.
Questo non vuol certo dire che al punto in cui siamo l’unica
“soluzione ragionevole” sia il SI anziché il NO. Non mi sognerei mai di
affermare una simile sciocchezza! Credo però che un’idea di cosa accadrà dopo la
vittoria del NO e una valutazione delle conseguenze potrebbero fornire qualche
elemento di giudizio in più nella scelta da fare.
Ad esempio, dopo la vittoria del NO e una volta "cacciato"
Renzi, cos'è che accomunerebbe D'Alema, Berlusconi, Grillo, Civati, Meloni, De
Mita, Salvini e tanti altri esponenti del variegatissimo schieramento del NO?
Siamo davvero tutti convinti che dopo almeno trentacinque anni di chiacchiere
inconcludenti si accorderebbero loro per riscrivere in pochi mesi Costituzione
e legge elettorale all'unanimità o con il consenso di almeno due terzi del
Parlamento?
Io ne dubito sinceramente ma anche ammettendo che ciò possa
accadere, … siamo davvero tutti convinti che una riforma scritta da D'Alema, Berlusconi,
Grillo, Civati, Meloni, De Mita, Salvini ecc. sarebbe poi tanto migliore di
quella sottoposta a referendum il 4 dicembre?
E, per favore, non rispondetemi che sono i politici a dover
cambiare e non la Costituzione … perché a dire che cosa sarebbe bene fare
sono capaci tutti ma il difficile è dire come.