di Achille
Nobiloni
La revisione
costituzionale qualche pecca la presenta pure e le ragioni del NO non sono
tutte fasulle e campate in aria ma forse le migliori i loro sostenitori se le sono giocate
subito e ora con l’avvicinarsi del voto non sanno più cosa tirare in ballo e
quindi, almeno in rete, viene fuori di tutto! Si direbbe inoltre che il livello
qualitativo dell’opposizione al SI è inversamente proporzionale al tempo che ci
divide dal referendum: insomma più ci si avvicina al voto e più quello che
viene pubblicato dai sostenitori del NO tende a essere poco o per nulla
credibile.
La cosa più inverosimile è
quella che è stata definita “la truffa
del voto degli italiani all’estero” secondo cui, in base a quanto
dichiara un consigliere regionale del Veneto in un video che sta girando in
questi giorni in rete, il destino della costituzione dipenderebbe dalle 3.000
schede elettorali in Slovenia, 150.000 in Belgio, 4.000.000 nel mondo che: 1)
eventuali impiegati disonesti dei consolati potrebbero sostituire
"prendendone un'altra" … non si capisce
bene da dove; 2) dei malfattori potrebbero rubare per strada dalle cassette delle lettere; 3) potrebbero finire, sempre all'estero, nelle mani degli
inquilini subentrati in affitto nelle abitazioni degli italiani residenti
appunto all’estero che nel frattempo avessero cambiato o stessero cambiando
casa. Il tutto confermato da non meglio indicate "prove certe" o da
verifiche del Fatto Quotidiano!!
|
La foto del video sulle schede degli italiani all'estero |
Il
Fatto Quotidiano è poi
lo stesso che partendo dalla ricandidatura della Merkel in Germania ironizza
dicendo che “in Italia aspettiamo un
premier che sia stato votato almeno una volta”. Ma il Fatto Quotidiano, viene spontaneo chiedersi, lo sa, o fa finta
di dimenticare, che nel 2013 in Italia un premier votato dal popolo c’era?! Si
chiamava Pier Luigi Bersani, aveva vinto le elezioni, era “il presidente del
Consiglio incaricato” … ma non è riuscito a formare un governo!! Ed è lo stesso che
oggi dice di votare NO al referendum!
A questo punto mi chiedo: cosa occorreva fare nel 2013,
riandare alle urne due mesi dopo come dicono alcuni? E per quale motivo? Con il Parlamento eletto nel 2013 Bersani non riuscì a formare un governo ma Letta Jr,
del suo stesso partito e incaricato anche lui dal Presidente della Repubblica,
si che ci riuscì e dopo di lui anche Renzi, anche lui incaricato da Napolitano
(come infatti prevede la Costituzione vigente), e da quello stesso Parlamento
ha più volte ottenuto la fiducia e con quello stesso Parlamento ancora governa!
Chi oggi dice che Renzi “non è stato votato” o “non è stato
votato dal popolo” dimostra, sempre che sia in buona fede, di non conoscere
neanche la Costituzione vigente … figuriamoci la sua revisione!
E infatti la Costituzione vigente non la conosce nemmeno chi dice che tra i compiti del nuovo Senato ci sarà anche quello di legiferare
sulle materie europee e quindi questo vuol dire “riconoscere in Costituzione un organismo terzo superiore, ossia l’Unione
Europea” (come se l’Unione Europea non fosse già riconosciuta!!) con
conseguente “morte certa della nostra
sovranità nazionale”!!
In realtà oggi, come previsto dall’attuale Costituzione, le
leggi le fanno Camera e Senato insieme. La revisione dice che domani le farà la
Camera da sola ... tranne quelle su materie europee (e poche altre) che continuerà
a fare insieme al Senato. Non capisco - ma forse mi sfugge - dove sia il
problema: le stesse leggi su materie europee che oggi Camera e Senato fanno
insieme, domani continueranno a farle insieme ... e allora?!
Però questa della minaccia della nostra sovranità nazionale
da parte dell’Unione europea deve essere un tema molto sentito e infatti è una
balla ricorrente. La teoria è che con la revisione costituzionale l’Italia rinuncia
alla propria sovranità nazionale rimettendola nelle mani dell’Unione Europea.
La chiave di tutto starebbe nella
modifica dell’Art. 117 nella parte in cui recita che la potestà legislativa è
esercitata dallo Stato e dalle Regioni “nel
rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento
dell’Unione Europea e dagli obblighi internazionali”.
Bene ma
quanti hanno realmente letto e messo a confronto il vecchio e il nuovo Art. 117
della Costituzione? Quanti si sono accorti che nel primo capoverso, quello
richiamato appunto da alcuni sostenitori del NO, sono assolutamente identici
tranne che per la sostituzione di “comunitario”
con “dell’Unione Europea” cioè due
espressioni che significano esattamente la stessa cosa?
Il fatto è
che una volta, tanti anni fa, l’Unione si chiamava Comunità europea e il suo
ordinamento era l’“Ordinamento comunitario”. Oggi che si chiama Unione Europea
“Ordinamento unitario” non significherebbe niente e quindi è stato corretto in
“Ordinamento dell'Unione Europea” ma è solo una correzione lessicale e nella
sostanza non cambia nulla.
E che dire
del fatto che con la revisione costituzionale il Presidente della Repubblica
non avrebbe più il potere di sciogliere la Camera? Basta confrontare il vecchio
e nuovo articolo 88 della Costituzione per verificare come ciò non sia assolutamente
vero!
E cosa dire
infine dei presunti superpoteri del Presidente del Consiglio e dell’accusa che
a votare SI per questa revisione costituzionale sono gli stessi che bocciarono
la riforma Berlusconi? A proposito di poteri del premier e autoritarismo basta
andarsi e rileggere cosa prevedeva la riforma Berlusconi e vedere la revisione
che sarà votata il 4 dicembre prossimo per constatare come nella revisione attuale l’Art. 95 sui poteri
del Presidente del Consiglio rimanga assolutamente immutato.
Insomma con
l’avvicinarsi del voto è normale immaginare che la propaganda si intensifichi, perché
a questo punto di “propaganda” si tratta, mentre il merito della questione
sembra tristemente passare in secondo piano, però sarebbe stato normale
aspettarsi anche argomentazioni più serie anziché le storielle sulle schede
elettorali rubate nelle cassette delle lettere o “il riconoscimento in Costituzione di un organo terzo superiore, ossia
la UE”!
Ma tant’è e
chissà cos’altro ancora uscirà fuori da qui al 4 dicembre! La balla che Umberto
Eco, morto ormai da mesi, si sia schierato con il SI no, perché quella è già
uscita!