di Achille Nobiloni
Pensando a quel 24% di italiani (il 40% del 60% di votanti) intenzionati a votare no al referendum del 4 dicembre, mi chiedo, in assoluta buona fede e senza polemiche, se siano consapevoli del fatto che con la vittoria del no tutti
i malanni tante volte lamentati nella nostra vita politica resteranno come sono ora e anzi peggioreranno addirittura
perché verrà confermato e rafforzato il vecchio modo di farla, la politica.
D'accordo, questo 24% di italiani non si fida di Renzi, del suo governo e della proposta di
revisione costituzionale e questa è una opinione rispettabilissima
(tanti dubbi li ho anche io) ma la paura del nuovo non rende
migliore il vecchio.
Io non ho certezze ma mi
chiedo cosa ci aspetta con la vittoria del no: una revisione
costituzionale concordata fra tutti? Una legge elettorale che assicuri
il massimo della democrazia e della rappresentatività? Un parlamento
snello ed efficiente? Uno Stato ben organizzato e al passo coi tempi e
col resto del mondo?
Lo spero davvero! Però mi aspetto altri 35 anni
di chiacchiere vane intorno alla Costituzione "più bella del mondo"
(così definita da Roberto Benigni ... non da una giuria internazionale);
mi aspetto un ritorno al proporzionale, con i governi pentapartito e i
partitini che per fare una maggioranza ti chiedono due ministri, quattro
sottosegretari e tre presidenze di enti o società pubbliche; mi aspetto
un sistema legislativo ancora pieno di "disegni di legge omnibus", "decreti legge contenitore" non convertiti in tempo e reiterati mille volte e
"decreti legge mille proroghe", cioè tutti provvedimenti che a ogni passaggio da una camera all'altra si riempiono di
norme, proroghe e codicilli che non c'entrano niente ma servono solo ad
accontentare questo o quello; mi aspetto uno Stato paralizzato di fronte
a venti Regioni che ogni volta che c'è da mettere due mattoni uno sopra
l'altro ti bloccano tutto dicendo: "Fallo dove ti pare ma non nel mio
giardino", tanto che ormai siamo diventati la cenerentola d'Europa ... e
non parlo solo degli investitori stranieri, che in Italia non vengono
più, ma proprio degli investitori italiani che ormai vanno a investire
all'estero.
Però poi ci lamentiamo se i giovani talenti scappano
all'estero anche loro!!
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