di Achille Nobiloni
In Italia sono in tanti ad avercela con le "lobby" e i "poteri forti", ai quali viene frequentemente attribuita anche la paternità della revisione costituzionale che saremo chiamati a votare domenica prossima con il referendum confermativo.
Quasi nessuno sembra però essersi reso conto che proprio questa revisione, con l'abolizione del ping pong fra Camera e Senato, da un duro colpo all'attività che le lobby esercitano sui singoli parlamentari.
Lo strumento più elementare attraverso cui esse svolgono la propria attività è infatti l'emendamento. L'emendamento è quella modifica che ogni singolo
parlamentare può proporre a un testo di legge in discussione alla
Camera o al Senato.
Molto spesso l'emendamento è suggerito a una
formazione politica, ma anche a un singolo parlamentare o a un gruppo
ristretto di parlamentari accomunati da
uno stesso interesse (area geografica di provenienza, area professionale
di appartenenza, ecc.), dai lobbysti di professione o di mestiere, i
primi più titolati a farlo i secondi meno.
Quand'è che l'emendamento buttato là più o meno di nascosto riesce a ottenere il suo scopo non sempre trasparente o opportuno?
Nei passaggi frettolosi tra una camera e
l'altra, quando il tempo stringe e il disegno di legge deve essere
approvato entro una certa scadenza e l'emendamento approvato ad esempio
dal Senato e in discussione alla Camera non può essere modificato e
rimandato al Senato perché significherebbe rimandarci tutto il disegno
di legge che non potrebbe quindi essere approvato in tempo.
Quand'è che
questo fenomeno si manifesta di più in tutta la sua stortura?
Nell'approvazione dei disegni di legge di conversione dei decreti legge,
per i quali ci sono solo sessanta giorni di tempo, pena la decadenza
del decreto.
Ebbene è proprio nella approvazione dei disegni di legge e nella conversione in legge dei Decreti Legge che lobby e lobbysti riescono a dare il meglio di sè, facendo inserire a ogni passaggio da una camera all'altra ogni tipo di emendamento clientelare: deroghe,
proroghe, eccezioni, agevolazioni, sanatorie, ecc. anche su materie che
con il decreto legge c'entrano nulla.
In questo modo nessuno si accorge
di niente: viene approvata una legge sulla coltivazione del pomodoro e
dentro magari c'è una sanatoria per chissà quale tipo di abuso, con
buona pace di tutti ... i quali, come al solito, vivranno felici e
contenti.
Votando "SI" e con la revisione costituzionale tutto questo non accadrà più!
Però la cosa importante, che ripetono spesso quelli che
dicono: "Non vi fate fregare", è la difesa della dizione "ordinamento
comunitario" anziché "ordinamento dell'Unione Europea" ... nonostante la
denominazione sia passata da "Comunità europea" a "Unione Europea" e
"ordinamento unitario" non significhi nulla!
Insomma invece di
guardare le cose sostanziali (un colpo all'attività materiale delle
lobby) danno importanza alle modifiche lessicali senza alcuna rilevanza
pratica e poi ci dicono: "Sveglia! Non fatevi fregare!".
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