mercoledì 23 novembre 2016

PIU' SI AVVICINA IL VOTO MENO CREDIBILE DIVENTA IL NO

di Achille Nobiloni

La revisione costituzionale qualche pecca la presenta pure e le ragioni del NO non sono tutte fasulle e campate in aria ma forse le migliori i loro sostenitori se le sono giocate subito e ora con l’avvicinarsi del voto non sanno più cosa tirare in ballo e quindi, almeno in rete, viene fuori di tutto! Si direbbe inoltre che il livello qualitativo dell’opposizione al SI è inversamente proporzionale al tempo che ci divide dal referendum: insomma più ci si avvicina al voto e più quello che viene pubblicato dai sostenitori del NO tende a essere poco o per nulla credibile.
La cosa più inverosimile è quella che è stata definita “la truffa del voto degli italiani all’estero” secondo cui, in base a quanto dichiara un consigliere regionale del Veneto in un video che sta girando in questi giorni in rete, il destino della costituzione dipenderebbe dalle 3.000 schede elettorali in Slovenia, 150.000 in Belgio, 4.000.000 nel mondo che: 1) eventuali impiegati disonesti dei consolati potrebbero sostituire "prendendone un'altra" … non si capisce bene da dove; 2) dei malfattori potrebbero rubare per strada dalle cassette delle lettere; 3) potrebbero finire, sempre all'estero, nelle mani degli inquilini subentrati in affitto nelle abitazioni degli italiani residenti appunto all’estero che nel frattempo avessero cambiato o stessero cambiando casa. Il tutto confermato da non meglio indicate "prove certe" o da verifiche del Fatto Quotidiano!!

La foto del video sulle schede degli italiani all'estero

Il Fatto Quotidiano è poi lo stesso che partendo dalla ricandidatura della Merkel in Germania ironizza dicendo che “in Italia aspettiamo un premier che sia stato votato almeno una volta”. Ma il Fatto Quotidiano, viene spontaneo chiedersi, lo sa, o fa finta di dimenticare, che nel 2013 in Italia un premier votato dal popolo c’era?! Si chiamava Pier Luigi Bersani, aveva vinto le elezioni, era “il presidente del Consiglio incaricato” … ma non è riuscito a formare un governo!! Ed è lo stesso che oggi dice di votare NO al referendum!


A questo punto mi chiedo: cosa occorreva fare nel 2013, riandare alle urne due mesi dopo come dicono alcuni? E per quale motivo? Con il Parlamento eletto nel 2013 Bersani non riuscì a formare un governo ma Letta Jr, del suo stesso partito e incaricato anche lui dal Presidente della Repubblica, si che ci riuscì e dopo di lui anche Renzi, anche lui incaricato da Napolitano (come infatti prevede la Costituzione vigente), e da quello stesso Parlamento ha più volte ottenuto la fiducia e con quello stesso Parlamento ancora governa!
Chi oggi dice che Renzi “non è stato votato” o “non è stato votato dal popolo” dimostra, sempre che sia in buona fede, di non conoscere neanche la Costituzione vigente … figuriamoci la sua revisione!
E infatti la Costituzione vigente non la conosce nemmeno chi dice che tra i compiti del nuovo Senato ci sarà anche quello di legiferare sulle materie europee e quindi questo vuol dire “riconoscere in Costituzione un organismo terzo superiore, ossia l’Unione Europea” (come se l’Unione Europea non fosse già riconosciuta!!) con conseguente “morte certa della nostra sovranità nazionale”!!

 
In realtà oggi, come previsto dall’attuale Costituzione, le leggi le fanno Camera e Senato insieme. La revisione dice che domani le farà la Camera da sola ... tranne quelle su materie europee (e poche altre) che continuerà a fare insieme al Senato. Non capisco - ma forse mi sfugge - dove sia il problema: le stesse leggi su materie europee che oggi Camera e Senato fanno insieme, domani continueranno a farle insieme ... e allora?!
Però questa della minaccia della nostra sovranità nazionale da parte dell’Unione europea deve essere un tema molto sentito e infatti è una balla ricorrente. La teoria è che con la revisione costituzionale l’Italia rinuncia alla propria sovranità nazionale rimettendola nelle mani dell’Unione Europea.
La chiave di tutto starebbe nella modifica dell’Art. 117 nella parte in cui recita che la potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni “nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione Europea e dagli obblighi internazionali”.




Bene ma quanti hanno realmente letto e messo a confronto il vecchio e il nuovo Art. 117 della Costituzione? Quanti si sono accorti che nel primo capoverso, quello richiamato appunto da alcuni sostenitori del NO, sono assolutamente identici tranne che per la sostituzione di “comunitario” con “dell’Unione Europea” cioè due espressioni che significano esattamente la stessa cosa?


Il fatto è che una volta, tanti anni fa, l’Unione si chiamava Comunità europea e il suo ordinamento era l’“Ordinamento comunitario”. Oggi che si chiama Unione Europea “Ordinamento unitario” non significherebbe niente e quindi è stato corretto in “Ordinamento dell'Unione Europea” ma è solo una correzione lessicale e nella sostanza non cambia nulla.
E che dire del fatto che con la revisione costituzionale il Presidente della Repubblica non avrebbe più il potere di sciogliere la Camera? Basta confrontare il vecchio e nuovo articolo 88 della Costituzione per verificare come ciò non sia assolutamente vero!



E cosa dire infine dei presunti superpoteri del Presidente del Consiglio e dell’accusa che a votare SI per questa revisione costituzionale sono gli stessi che bocciarono la riforma Berlusconi? A proposito di poteri del premier e autoritarismo basta andarsi e rileggere cosa prevedeva la riforma Berlusconi e vedere la revisione che sarà votata il 4 dicembre prossimo per constatare come nella revisione attuale l’Art. 95 sui poteri del Presidente del Consiglio rimanga assolutamente immutato.


Insomma con l’avvicinarsi del voto è normale immaginare che la propaganda si intensifichi, perché a questo punto di “propaganda” si tratta, mentre il merito della questione sembra tristemente passare in secondo piano, però sarebbe stato normale aspettarsi anche argomentazioni più serie anziché le storielle sulle schede elettorali rubate nelle cassette delle lettere o “il riconoscimento in Costituzione di un organo terzo superiore, ossia la UE”!
Ma tant’è e chissà cos’altro ancora uscirà fuori da qui al 4 dicembre! La balla che Umberto Eco, morto ormai da mesi, si sia schierato con il SI no, perché quella è già uscita!



sabato 19 novembre 2016

UNA DOMANDA AL 24% DI ITALIANI INTENZIONATI A VOTARE "NO"

di Achille Nobiloni

Pensando a quel 24% di italiani (il 40% del 60% di votanti) intenzionati a votare no al referendum del 4 dicembre, mi chiedo, in assoluta buona fede e senza polemiche, se siano consapevoli del fatto che con la vittoria del no tutti i malanni tante volte lamentati nella nostra vita politica resteranno come sono ora e anzi peggioreranno addirittura perché verrà confermato e rafforzato il vecchio modo di farla, la politica.
D'accordo, questo 24% di italiani non si fida di Renzi, del suo governo e della proposta di revisione costituzionale e questa è una opinione rispettabilissima (tanti dubbi li ho anche io) ma la paura del nuovo non rende migliore il vecchio.


Io non ho certezze ma mi chiedo cosa ci aspetta con la vittoria del no: una revisione costituzionale concordata fra tutti? Una legge elettorale che assicuri il massimo della democrazia e della rappresentatività? Un parlamento snello ed efficiente? Uno Stato ben organizzato e al passo coi tempi e col resto del mondo?
Lo spero davvero! Però mi aspetto altri 35 anni di chiacchiere vane intorno alla Costituzione "più bella del mondo" (così definita da Roberto Benigni ... non da una giuria internazionale); mi aspetto un ritorno al proporzionale, con i governi pentapartito e i partitini che per fare una maggioranza ti chiedono due ministri, quattro sottosegretari e tre presidenze di enti o società pubbliche; mi aspetto un sistema legislativo ancora pieno di "disegni di legge omnibus", "decreti legge contenitore" non convertiti in tempo e reiterati mille volte e "decreti legge mille proroghe", cioè tutti provvedimenti che a ogni passaggio da una camera all'altra si riempiono di norme, proroghe e codicilli che non c'entrano niente ma servono solo ad accontentare questo o quello; mi aspetto uno Stato paralizzato di fronte a venti Regioni che ogni volta che c'è da mettere due mattoni uno sopra l'altro ti bloccano tutto dicendo: "Fallo dove ti pare ma non nel mio giardino", tanto che ormai siamo diventati la cenerentola d'Europa ... e non parlo solo degli investitori stranieri, che in Italia non vengono più, ma proprio degli investitori italiani che ormai vanno a investire all'estero. 
Però poi ci lamentiamo se i giovani talenti scappano all'estero anche loro!!

venerdì 18 novembre 2016

5 DICEMBRE: IL "DOPO REFERENDUM"

di Achille Nobiloni

Il NO catalizza tutto il rancore popolare verso la politica e chi la fa ... ma è sostenuto, il NO, da chi la politica la fa da decenni (D'Alema e De Mita, tanto per fare due nomi) e vuole continuare a farla esattamente con le stesse modalità di prima, indisturbato e a tempo indeterminato.
Il 5 dicembre in caso di vittoria del SI la strada delle riforme è già tracciata e si potrà andare avanti su di essa.


In caso di vittoria del NO, e passata l'euforia di chi avrà in questo modo espresso la sua rabbia e la sua protesta contro decenni di malgoverno, saranno gli stessi sostenitori del NO a doversi inventare qualcosa per tentare di riportare l'Italia al passo con gli altri Paesi e dimostrare agli elettori che avranno loro dato retta di aver davvero salvato il Paese e di non essere stati solo spinti a un voto di protesta di cui potrebbero pentirsi presto ... e allora vorrò vedere quali novità sapranno tirar fuori dal cilindro i vari D'Alema, De Mita e tutti gli altri.

mercoledì 9 novembre 2016

REFERENDUM COSTITUZIONALE: LA BALLA SULL'ART. 117


di Achille Nobiloni

Mi dispiace dirlo ma molti dei sostenitori del NO al referendum del 4 dicembre giocano sporco e cercano di imbrogliare le persone!!
Lo fanno dicendo loro che con la revisione costituzionale l’Italia rinuncia alla propria sovranità nazionale rimettendola nelle mani dell’Unione Europea. Lo fanno portando a sostegno di questa loro tesi la modifica dell’Art. 117 nella parte in cui recita che la potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni “nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea e dagli obblighi internazionali”.
Bene ma quanti di voi hanno letto e messo a confronto il vecchio e il nuovo Art. 117 della Costituzione? Quanti si sono accorti che nel primo capoverso, quello richiamato appunto da molti dei sostenitori del NO, sono assolutamente identici tranne che per la sostituzione di “comunitario” con “dell’Unione europea” cioè due espressioni che significano esattamente la stessa cosa?
Il fatto è che una volta, tanti anni fa, l’Unione si chiamava Comunità europea e il suo ordinamento era l’“Ordinamento comunitario”. Oggi che si chiama Unione europea “Ordinamento unitario” non significherebbe niente e quindi è stato corretto in “Ordinamento dell'Unione europea” ma è solo una correzione lessicale e nella sostanza non cambia nulla. Quindi dire che con questa modifica l’Italia rinuncia alla sua sovranità nazionale è solo un imbroglio!


Guardate con i vostri stessi occhi, nella foto qui sopra (cliccateci sopra per ingrandirla), questa famigerata modifica, e dite se non vi sentite presi in giro! Presi in giro da molte di quelle stesse persone che in cerca di fama e affermazione politica personali, al referendum del marzo scorso dicevano “Stop alle trivelle” e pubblicavano foto di scoppi e incendi sulle piattaforme a mare, foto di cormorani coperti di petrolio e volevano farvi credere che quel referendum serviva a evitare tutto questo invece che a lasciare sottoterra le riserve nazionali di gas naturale già scoperte e in corso di estrazione, impedendo, alla loro scadenza, il rinnovo dei permessi già concessi e in corso di sfruttamento.
Presi in giro da molte di quelle stesse persone in cerca di fama e affermazione politica personali che, non essendo riuscite a imbrogliare i cittadini con il referendum di marzo, si sono date appuntamento a quello di dicembre “per far cadere il governo Renzi”, denunciando così quello che è il loro vero obiettivo primario: far cadere il governo, per lasciare poi tutto come sta, continuare a fare i politici di mestiere tra mille chiacchiere e promesse come negli ultimi trenta/quarant’anni, il tutto sulle spalle del Paese e dei cittadini e anche con la pretesa di averli salvati da chissà quale congiura antitaliana e filoeuropea.
Ma quella meramente lessicale, da “ordinamento comunitario” a “ordinamento dell’Unione europea”, non è l’unica modifica dell’Art. 117. Esso restituisce allo Stato la competenza esclusiva su materie strategiche che le erano state sottratte con la modifica del Titolo V che, minando la certezza del diritto, tra un rimpallo di competenze, permessi, ricorsi e controricorsi, aveva determinato la paralisi in molti settori vitali per un paese come l’Italia, a partire da quello dell’energia e delle infrastrutture energetiche, per cui la costruzione di un qualsiasi insediamento produttivo diventava un terno al lotto, un procedimento della durata di anni, dall’esito incerto e sempre rimesso in ballo all’ultimo istante con la conseguenza di bloccare gli investimenti e far scappare la gran parte degli investitori esteri.
Ma anche nel riordinare questa materia il nuovo Art. 117 non spoglia le Regioni di tutte le proprie competenze e prerogative e lascia loro potestà legislativa su molte cose, tra le quali: pianificazione del territorio regionale e mobilità al suo interno; programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali; p0rogrammazione dello sviluppo economico locale; disciplina, per quanto di interesse regionale, delle attività culturali, della promozione dei beni ambientali, culturali e paesaggistici, di valorizzazione e organizzazione regionale del turismo, ecc.
Leggere per credere: la famigerata modifica dell’Art. 117 è tutta riportata nelle fotografie qui sotto (cliccarci sopra per ingrandirle) e le variazioni sono evidenziate in neretto.

















martedì 8 novembre 2016

LA VERA STORIA DELL'ATTUALE GOVERNO E DI TUTTI I MALI ITALIANI

di Achille Nobiloni

C'era una volta il governo Berlusconi. Però le cose in Italia, tra spread, manovre fiscali, lettere dall'Europa vere o false, ecc. non andavano proprio benissimo. 
Berlusconi fu sostituito con Monti (presidente tecnico fatto senatore a vita pochi giorni prima: una furbata? Forse si e forse anche senza forse) e subito si gridò allo scandalo: "colpo di Stato!", "trama ordita da Napolitano per volere delle banche e dei poteri forti", "presidente del Consiglio non eletto dal popolo" e via dicendo.
Si arrivò così alle elezioni del 2013. Candidato PD il mitico Bersani, il quale vinse le elezioni alla grande e fu incaricato dal presidente della Repubblica di formare il nuovo governo ma, tra giaguari da smacchiare, bambole da pettinare, tacchini sul tetto e altre amenità di questo tipo, non riuscì a combinare un cacchio e dovette rimettere il mandato nelle mani del presidente Napolitano.
 

A quel punto che fare? C'è addirittura chi sostiene che si sarebbe dovuto tornare al voto a distanza di soli due mesi, perchè così il presidente del Consiglio sarebbe stato eletto dal popolo, ... come se avessimo soldi e tempo da buttare per votare due o più volte l'anno finchè maggioranze e minoranze interne e maggioranze e minoranze delle minoranze interne non fossero arrivate, per approssimazioni successive, a mettersi d'accordo sul candidato ... "eletto dal popolo" (mica dalle correnti e correntine di partito ... nooo, "dal popolo"!!).
E invece quel golpista di Napolitano che ti fa? Da l'incarico a Letta Jr. Altro "colpo di Stato", altra "ingerenza delle banche e dei poteri forti" ... oltre che del bobbo, l'uomo nero e quelli della pubblicità (gli stessi che hanno ucciso l'Uomo Ragno). 
Nel frattempo in quel di Firenze c'è un giovanetto (chissà, forse sfuggito alla furia di Erode) che cresce, diventa grandicello e, sempre con la complicità del golpista Napolitano, ruba la campanella a Letta Jr. e diventa presidente del Consiglio!
Dopo di allora tutto quello che in Italia da quarant'anni a questa parte funziona male o non funziona proprio  è colpa del giovane Renzi, che per questo viene chiamato: "ebetino", "bomba", "pinocchio", "cazzaro" e via dicendo.
 

A PROPOSITO DI "EBETINI" E "CAZZARI"

di Achille Nobiloni

Boh, sicuramente io so poco di politica, nulla di PD, ancora meno di ulivi, margherite e carciofi e quindi sono io che non capisco.
Però ... "Renzi va avanti a forza di fiducie", embè?! E se gliela danno che deve fare, deve dire "grazie no"? "Renzi è irrispettoso della minoranza interna", e perché ... la minoranza interna è rispettosa delle decisioni del partito? Ognuno di quelli ai quali non viene data ragione (e non si fa come dice lui) ... s'incazza e si fa un partitino per conto suo: Fassina, Civati ... a momenti perfino Cuperlo, che poi se dev'esse fatto du conti e c'ha ripensato. D'Alema chi? Quello che aggrediva la troupe di Striscia la Notizia sul pianerottolo della casa che gli imputavano essere a scrocco e ancora adesso fa lo spocchioso con i giornalisti che lo fermano per strada o gli fanno le domande ai convegni? "Bersani: non l'ultimo arrivato"? Ma Bersani non è mai arrivato da nessuna parte (in)decisionista com'è: manco a Bettola (dove lo conoscono da ragazzino) l'hanno votato!!


Renzi di qua Renzi di là: l'ebetino, il bomba, il pinocchio, il cazzaro .... intanto è uno che a meno di quarant'anni era già stato presidente di provincia, sindaco di Firenze, segretario dell'allora maggior partito italiano e presidente del Consiglio; uno che queste posizioni le ha ottenute mica con lo sbarco dei marines o con i Nocs ma, pur con tutti i gufi che sono in giro, con i voti nel partito e con le fiducie in parlamento.
E le minoranze?! Le minoranze ci sono, e allora? Mica bisogna per forza fare tutto come dicono le minoranze ... altrimenti sarebbero maggioranze! Quando saranno maggioranze comanderanno loro.
Per il momento facciano le minoranze, dicano quello che pensano ma alla fine chi ha i voti, chi ha la fiducia, ha pure il dovere di fare del suo meglio ma di "fare" ... non può mica passare la vita a curare le frustrazioni di chi sa solo dire no!! 
Comunque l'ho detto: a me queste sembrano le regole elementari dell'alternanza e della democrazia ... ma sarò certamente io che non capisco e quindi sbaglio